Orto Sinergico

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mercoledì 21 novembre 2012

DOPO L'INCONTRO DI SABATO SULLA TRANSIZIONE:

 

Sabato 17 circa una ventina di Persone hanno partecipato alla "Rivoluzione Dolce della Transizione". Quattro ore a parlare di Picco del Petrolio e di Cambiamenti Climatici. Grandi Problemi che impatteranno fortemente sul nostro modo di vivere. Dei presenti, che ringraziamo, molti torneranno a fare la vita di prima, qualcuno forse comincerà a pensare di fare qualcosa INSIEME prima che sia troppo tardi.

Nel frattempo esce una notizia oggi



e gira su internet l'intervista al sociologo Baumann a LETTERA43 che consigliamo di leggere per intero qui


nella quale si può leggere tra le altre cose: 
 
LE DUE VIE PER USCIRE DALLA CRISI. Sulla crisi attuale, l'uomo che ha vissuto molto vede nero. Ma, da sociologo, è molto lineare e lascia la porta aperta. «Ci sono due possibilità», spiega a Lettera43.it. «O, come è già successo nella storia, l'umanità cambia rotta e, per sopravvivere, imbocca una strada alternativa alla crescita» oppure, se l'homo consumens non accetterà, con sacrificio, di tornare indietro, «la natura prenderà il sopravvento e sarà la guerra di tutti contro tutti per la redistribuzione delle risorse».

Per chi vuole approfondire:

 LA GUIDA "POST CARBON CITIES"



domenica 18 novembre 2012

PROSSIMI APPUNTAMENTI:


 




SABATO 24 NOVEMBRE
Corso Saponi e Detersivi Autoprodotti
seconda edizione
con Elisa Nicoli
mattino e/o pomeriggio
Vicoboneghisio di Casalmaggiore
per info e iscrizioni gasalasco@yahoo.it


Conferenza dei Presidenti FIAB 2012 - La crescita efficace.
inoltre saremo presenti a Cremona alla Conferenza dei Presidenti Associazione Nazionale amici della Bicicletta a Presentare il nostro progetto 100 BICI X 100 FAMIGLIE

giovedì 15 novembre 2012

Arriva la Rivoluzione !!!

 
Mentre in tutta Italia ed Europa scoppiano disordini contro le manovre di austerity imposte dalla TROIKA (BCE, Fondo Monetario e  Commissione Europea) che stanno facendo collassare in pochi mesi l'economia reale provocando il crollo dei consumi e l'aumento vertiginoso della disoccupazione, disordini che preannunciano una Rivoluzione e Guerra civile prossima ventura man in mano che la crisi peggiorerà (Grecia docet), nell'Oglio Po e precisamente a Casalmaggiore si pensa a fare una Rivoluzione Dolce.
L'esuarimento delle Risorse ed i Cambiamenti Climatici sono i veri problemi che dovremo affrontare nei prossimi anni. Problemi ai quali ogni Comunità dovrà rispondere facendo leva sulle caratteristiche del proprio territorio. 
Passeremo attraverso una Transizione da una economia energivora fortemente dipendente dal petrolio a buon mercato ad una economia basata sulla Decrescita Energetica.
La diffusione di Monete Locali negli scambi commerciali, di tecniche di coltivazione alternative quali la Permacultura in agricoltura, il consumo e l'incentivazione di Prodotti Locali, il Riuso, Recupero e Riutilizzo dei materiali, una mobilità sostenibile attraverso l'utilizzo quotidiano della bicicletta, la condivisione dei mezzi di trasporto attraverso il car sharing ed il trasporto pubblico sono solo alcuni esempi di come nel mondo le Città di Transizione stanno cercando di attutire e superare positivamente la Crisi Strutturale che ci stà investendo.
Mentre tutti i governi del Mondo sono impegnati a risolvere solo la crisi finanziaria esentando dal fallimento il settore bancario e scaricandone i costi sulla collettività attraverso inflazione e tassazione, le Comunità Locali formate dai cittadini residenti devono FARE DA SOLI e costruire insieme un'alternativa sostenibile Resiliente per evitare di farsi trovare impreparati all'inevitabile limite di sfruttamento delle risorse non rinnovabili che presto investirà questo sistema basato sulla Crescita illimitata del PIL e che ormai si riscontra soltanto nei Paesi "emergenti".
Nella consapevolezza che non c'è tempo da perdere e che la politica arriverà comunque in ritardo nell'indirizzare la Società civile verso un Sistema sostenibile e resiliente (visti anche gli enormi interessi economici in gioco) vi invitiamo a partecipare in prima Persona all'incontro organizzato dall'ASSOCIAZIONE GASALASCO OGLIO PO che si terrà 

SABATO 17 NOVEMBRE 2012
"LA RIVOLUZIONE DOLCE DELLA TRANSIZIONE" 
dalle ore 15:00 presso la Fondazione Santa Chiara a Casalmaggiore (CR)
(5 euro per rimborso spese)






lunedì 12 novembre 2012

L'OGLIO PO COME MONTEVEGLIO !!

 
Vi lasciamo qui sotto la delibera del Comune di Monteveglio (BO) sulla Transizione e Post Carbon, Fa un pò impressione leggere tanta saggezza e lungimiranza in una giunta (in evidenza le parti più importanti) :



C O P I A DELL’ORIGINALE



                             COMUNE DI MONTEVEGLIO

                                     Provincia di BOLOGNA



DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 92                     DEL 26/11/2009.


OGGETTO:        INDIRIZZI     PER    L’ATTUAZIONE        DELLE     POLITICHE       AMBIENTALI

LOCALI


       L’anno   duemilanove,  il   giorno   ventisei   del   mese   di  Novembre   alle   ore   15:30   nella   Sede

Comunale, convocata dal Sindaco, ai sensi dell’art. 50, comma 2, del D.Lgs. 18.8.2000, n. 267 si è

riunita la Giunta Comunale.


       All’appello risultano:


RUSCIGNO DANIELE                        SINDACO                Presente

ZAGNONI KATIA                           ASSESSORE              Assente

BALDINI LORENZO                         ASSESSORE              Presente

FONDA UMBERTO                           ASSESSORE              Presente

NANNI LAURA                             ASSESSORE              Presente


       Partecipa il Vicesegretario Comunale TRENTI MONICA


       Il   Sindaco   RUSCIGNO   DANIELE,   essendo   legale   il   numero   degli   intervenuti,   assume   la

presidenza e dichiara aperta la seduta.


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Deliberazione n. 92 del        26/11/2009



                                               LA GIUNTA COMUNALE



Udita la relazione dell’assessore all’Ambiente Fonda:

Ambiente,   agricoltura,   energia:   il   futuro   ricomincia   da   qui.   Le   politiche   ambientali   saranno alla base di ogni singola azione locale per lanciare una nuova idea di sviluppo del territorio ed uno stile di vita che possa essere ambientalmente sostenibile e adottato da tutta la popolazione”. Comincia così il capitolo 4 delle linee programmatiche della nostra amministrazione. Si tratta di una vera e propria direttiva strategica per lo sviluppo nella nostra comunità.
Per   perseguire   politiche   virtuose   non   basta   mettere  in   campo   singole   azioni   amministrative.   È necessario   avere   il   senso   dello   scenario   in   cui   queste   misure   si   inseriscono   e   una   visione   di prospettiva su come si immagina la propria comunità nel futuro.   Molto   spesso  le   singole   azioni, anche virtuose, che un cittadino o un’amministrazione compie sono fatte in nome di un generico“rispetto dell’ambiente”, ma vale la pena capire meglio cosa questo significa e in quale contesto sicolloca.



LA DISPONIBILITÀ DI RISORSE


Siamo convinti infatti che gli anni che ci attendono saranno sostanzialmente diversi da quelli che ci siamo lasciati   alle   spalle. Il   punto di   svolta   è   l’incapacità   ormai  dimostrata   del   pianeta   di   fornire risorse   (energia,   materie   prime,   agricoltura...)   sufficienti   a   garantire   lo   sviluppo   illimitato   che  ha caratterizzato sia la nostra economia sia l’idea stessa che ognuno di noi ha avuto fino ad ora del futuro.



IL RISCALDAMENTO GLOBALE


L’altra    faccia    del   problema      è   il  riscaldamento globale.  Un’economia        basata  sull’utilizzo   di combustibili fossili, e la conseguente liberazione in atmosfera di quantità sempre crescenti di CO2, ci   sta   portando   sull’orlo   di   una   crisi   globale   senza   precedenti.   La   comunità   scientifica   è   ormai praticamente unanime nel chiedere che l’aumento della temperatura media del pianeta sia limitato a   2 gradi   per   evitare  conseguenze   irreversibili.   Su  entrambi   i   fronti   numerose  sono   le   iniziative mondiali, e l’Unione Europea si è posta l’importante obiettivo di ridurre del 20 % le emissioni di CO2, aumentare l’efficienza energetica del 20% e di portare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020 – strategia nota come 20/20/20.



IL NOSTRO PROGETTO

Vogliamo   far   nascere   a   Monteveglio   un   grande   esperimento   di   riprogettazione   progressiva   del territorio con l’obiettivo di adattarsi e cogliere le opportunità di uno scenario in cui le risorse naturali ed energetiche   saranno   meno   disponibili,   dando   al   contempo   il   nostro   concreto   contributo   alla riduzione delle emissioni di gas serra. La considerazione di fondo è che è meglio essere preparati per tempo al futuro che ci aspetta, cosa che ci consentirà anche di intercettare e godere di tante nuove   opportunità   di   progresso   per   la   comunità.   E’  meglio   per   Monteveglio   che   la   nuova   zona residenziale richieda bassi consumi energetici e che l’energia comunque necessaria provenga da fonti   rinnovabili   e   produca   la   minor   quantità   possibile   di   emissioni   nocive.   In   questo   modo   le bollette   di   chi   abiterà  in quelle   case  non   dipenderanno  da  impennate  improvvise   del   prezzo   del petrolio o dalla chiusura dei metanodotti (rischio corso l’inverno scorso). È meglio per Monteveglio ridurre la quantità di rifiuti prodotti e incentivare il riuso. Perché i costi di smaltimento – a carico della comunità – sono sempre crescenti, mentre sempre più redditizio – per la comunità – sarà il conferimento   del   materiale   riciclabile.   Ma   anche   perché   finita   l’epoca   della   crescità   senza   limiti, forse  dovremmo   cominciare   a porci   una   domanda:   i   consumi   bulimici   a   cui   siamo   abituati   sono davvero fonte di felicità? O   invece   che sugli   oggetti,   non  dobbiamo  ricominciare   ad  investire   ad esempio sulla qualità della vita e della relazioni tra le persone? Ed infine, è meglio per Monteveglio aumentare il   consumo  di   prodotti  del territorio   – riabituandoci   alla   loro  stagionalità, rinvigorire   lo stato   di   salute   delle   nostre   aziende   agricole   ed   orientarle   verso   un’agricoltura   più   sostenibile   e biologica. Perché, non sarà più possibile trasportare cibo fin qui dall’alta parte del mondo, e perché allo   stesso   modo   un’agricoltura   basata   su   massicci  apporti   di   sostanze   chimiche   sempre   più costose non sarà più sostenibile economicamente.


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Deliberazione n. 92 del        26/11/2009


Gli   enti   locali,   ed   i   comuni   in   particolare,   sono   il   livello   amministrativo   ideale   per   orientare   la comunità di riferimento verso comportamenti sostenibili, attraverso la diffusione delle informazioni e   la crescita    della   consapevolezza,        ma   soprattutto    dando     il  buon   esempio      attraverso    gli  atti
amministrativi.   Non   si   può   predicare   il   risparmio   energetico   quando   l’edificio   del   Comune   è un colabrodo dal punto di vista dell’isolamento termico. Al contrario, evidenziare con esempi concreti che le  energie     alternative    sono    efficienti   e   vantaggiose economicamente rappresenta uno straordinario volano per la loro diffusione.

Ma   le   azioni   amministrative,   da   sole,   non   sono   sufficienti   ad   operare   la   trasformazione   di   cui abbiamo bisogno. È necessario che l’intera comunità sia coinvolta e responsabilizzata.In questa direzione opera il movimento delle Città di Transizione,   con  il   quale  sentiamo   di  condividere   lo scenario di riferimento (l’esaurimento delle risorse naturali ed il senso del limite dello sviluppo),  i metodi (il coinvolgimento dal basso della comunità), gli obiettivi (rendere la propria comunità più resiliente, ovvero più preparata al futuro che abbiamo descritto) e soprattutto l’approccio ottimistico (nonostante la criticità del momento, nelle trasformazioni che verranno risiedono grandi opportunità da cogliere per migliorare la qualità della vita di tutti i nostri cittadini).

È    quindi    naturale    che    tra  amministrazione e movimento si  instauri   un    rapporto    di stretta collaborazione, pur nel rispetto e nella distinzione di ruoli e responsabilità reciproci. Un aspetto da non     sottovalutare     è   che  le   Città   di   Transizione   in Italia   cominciano      ad   avere    una   crescente
attenzione da parte dei media in Italia e nel resto del mondo. Per la nostra comunità, essere parte di   un   progetto   visibile   e   riconosciuto     pubblicamente       amplifica    il  livello  di  partecipazione     e   di responsabilità, e questo meccanismo può diventare uno straordinario catalizzatore di energie.

Di fronte ai cambiamenti e alle sfide globali che cambieranno radicalmente il mondo in cui vivranno i   nostri   figli   e   i   nostri   nipoti,   abbiamo   il   dovere   di   fare   tutto   ciò   che   è   possibile   perché   questi cambiamenti siano governati e non subiti. Rimane un nostro obbligo morale quello di lasciare in eredità   alle   generazione   future   un   mondo   che   sia   migliore   di   quello   che   abbiamo   ricevuto,   o almeno di compiere ogni sforzo per cercare di riuscirci.”


Considerato   che   le   politiche   ambientali   sono   priorità   di   questa   amministrazione   e   che, come definito   nelle   linee   programmatiche   di   mandato   approvate   con   deliberazione   consiliare   n.54   del
29.7.2009, saranno alla base di ogni singola azione locale per lanciare una nuova idea di sviluppo del territorio e di uno stile di vita che possa essere ambientalmente sostenibile e adottato da tutta la popolazione;
Tenuto      conto   della   progressiva      indisponibilità    di  combustibili    fossili  dovuta     all’ormai prossimo raggiungimento del Picco del Petrolio (secondo numerosi studi già oltrepassato), e alla oggettiva difficoltà   secondo   lo   stato   attuale   della   tecnologia   di   sostituire   l’attuale   fabbisogno   energetico
ottenuto da combustibili fossili con fonti rinnovabili;

Visti lo IEA Word Energy Outlook 2009 redatto dall’Agenzia Internazionale per l’energia dell’ONU e
il successivo IEA WEO 2010. nonchè le pubblicazioni e le raccomandazioni elaborate da numerosi enti e associazioni internazionali, tra cui a titolo di esempio Unione Europea, Nazioni Unite, ASPO, Post Carbon Institute, New Economics Foundation;
Visto il Rapporto Hirsch, commissionato nel 2005 dal Governo degli Stati Uniti, che definisce in 20 anni   l’anticipo   necessario   per   sviluppare   politiche  di   mitigazione   rispetto   ai   problemi   derivati   dalpicco del petrolio senza incorrere in conseguenze gravi e di lunga durata;
Considerato        che    un   economia       basata    sull’utilizzo   di  combustibili      fossili  e   la  conseguente
liberazione in atmosfera di quantità sempre crescenti di CO2, ci sta portando sull’orlo di una crisi globale senza precedenti, che la comunità scientifica è ormai praticamente unanime nel chiedere che   l’aumento   di   temperatura   media   globale   venga   limitato   a   2   gradi   per   evitare   conseguenze irreversibili;
-  che l’attuale concentrazione di CO2 in atmosfera ha già superato le 350 ppm, considerato dai climatologi il limite di sicurezza visto che negli ultimi 400.000 anni questa soglia non è mai stata superata;
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Deliberazione n. 92 del        26/11/2009

Tenuto conto delle conclusioni dell’ International Panel on Climate Change dell’ONU in materia di riscaldamento globale ed in particolare sull’analisi delle cause, previsioni sugli impatti e politiche dimitigazione;

Viste le numerose le   iniziative   mondiali   per   il   contenimento  del riscaldamento globale, tra  cui   la direttiva 2009/28/CE attraverso cui l’Unione Europea si è posta l’importante obiettivo di ridurre del 20 % le emissioni di CO2, aumentare l’efficienza energetica del 20% e di portare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020 – il famoso 20/20/20;

Preso atto:
-   delle   strategie   elaborate  dal   Movimento   delle   Città   di Transizione   per   affrontare   i   problemi   del Picco Del Petrolio e del Riscaldamento Globale a livello di comunità
- dei suggerimenti del Post Carbon Institute su come affrontare i problemi del Picco Del Petrolio e del Riscaldamento Globale a livello di Amministrazioni Pubbliche;
Considerata   più   in   generale   l’incapacità   del   pianeta   di   fornire   risorse   (energetiche,   di   materie
prime,   agricole)   sufficienti   a   garantire   lo   sviluppo   illimitato   che   ha   caratterizzato   sia   la   nostra
economia;
Visto il DLGS 115/2008 in Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia      e  i  servizi   energetici     e  abrogazione       della   direttiva   93/76/CEE,       con  particolare riferimento agli   Articoli   11 (Semplificazione   e   razionalizzazione   delle   procedure   amministrative   e regolamentari), 12   (Efficienza     energetica     nel    settore    pubblico),    13    (Edilizia   pubblica),     14 (Apparecchiature e impianti per la pubblica amministrazione);

Vista   la   Legge   Regionale   n.26/04,   ed   in   particolare   l’art.   4   secondo   cui   “Compete   ai  comuni provvedere, nel rispetto degli obiettivi generali e degli indirizzi di politica energetica regionale, alla
formulazione di programmi ed all’attuazione di progetti per la qualificazione energetica del sistema urbano,   per   la   promozione   e   la   regolamentazione   dell'uso   razionale   dell'energia   e   del   risparmio
energetico negli edifici con particolare attenzione agli edifici comunali, per lo sviluppo degli impianti
di   produzione   e   distribuzione   dell'energia   derivante   da   fonti   rinnovabili   ed   assimilate   e   di   altri
interventi e servizi di interesse pubblico locale volti a sopperire alla domanda di energia utile degli insediamenti       urbani,    comprese      le  reti  di  teleriscaldamento        e  l'illuminazione     pubblica,  anchenell'ambito dei programmi di riqualificazione urbana previsti dalla legislazione vigente”;


Visto il Piano Energetico Regionale;


Visti lo Statuto e le finalità dell’Associazione “Monteveglio Città di Transizione”;


Visto   l’art.49   del   T.U.   Enti   Locali   approvato   con   d.lgs.   n.267/2000   e   dato   atto   che   la   presente

deliberazione èmero atto di indirizzo


Con voti favorevoli unanimi e palesi



                                                       D E L I B E R A



i seguenti indirizzi per l’attuazione delle politiche ambientali definite dalle linee programmatiche di

mandato approvate con deliberazione consiliare n.54/2009:

 • Fuoriscita dal petrolio e dai combustibili fossili    come      politica    prioritaria    di quest’amministrazione, attraverso un Piano di Decrescita       Energetica      che    renda Monteveglio un Comune “Post Carbon”

•    Patrocinio   strategico   all’associazione   Monteveglio   Città   di   Transizione   di   cui   condivide   lo scenario di riferimento (l’esaurimento delle risorse energetiche ed il senso del limite dello sviluppo),   i   metodi   (il   coinvolgimento   dal   basso   della   comunità),   gli   obiettivi   (rendere   la propria   comunità   più  resiliente,   ovvero   più   preparata   ad   futuro   a   bassa   disponibilità   di risorse   energetiche)   e   l’approccio   ottimistico   (nonostante   la   criticità   del   momento, nelle     trasformazioni che   verranno   risiedono   grandi      opportunità  da   cogliere   per   migliorare    la qualità della vita di tutti i nostri cittadini).
• Attuazione di un percorso istituzionale e partecipato per la   dichiarazione   di   Monteveglio Città   di   Transizione,   che   preveda   il   coinvolgimento   diretto   dei   cittadini   ed   un   passaggio conclusivo in Consiglio Comunale



     •    Definizione di strumenti di misurazione delle emissioni di CO2 e di politiche di contenimento

         che vadano oltre i limiti definiti dalla Comunità Europea e che siano in linea con l’obiettivo

         globale delle 350 ppm



     •    Promuovere l’efficienza energetica degli edifici pubblici esistenti, attraverso l’attuazione di

         progetti   di   miglioramento   degli   involucri   e   l’installazione   di   impianti   fotovoltaici   e   solari

         termici, e di impegnarsi a realizzare esclusivamente nuovi edifici pubblici ad alta efficienza

         energetica



     •    Promuovere, di concerto con gli altri comuni coinvolti, la revisione del Regolamento Edilizio

         Urbanistico sovracomunale affinchè recepisca:

              o   il Dlgs   115/08

              o   L’atto di indirizzo regionale sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure

                   di certificazione energetica degli edifici (delibera 156/08), con particolare riferimento

                   agli art. 13, 14, 15

         impegnandosi a promuovere un ulteriore miglioramento di tali normative nel senso di una

         migliore efficienza energetica



     •    Promuovere       presso    l’Unione    dei   Comuni     l’individuazione     di  un   Energy     Manager,     con

         compiti di raccolta e nell'analisi dei dati sui consumi energetici, di promozione di progetti di

         sviluppo   di   energia   rinnovabile   e   dell'uso   efficiente   dell'energia   nelle   strutture   comunali

         associate e come fattore di promozione di tali azioni sul territorio



     •    Promuovere presso la cittadinanza la diffusione di energie rinnovabili attraverso:

              o   la creazione di uno Sportello Energia Sovracomunale in grado di orientare i cittadini

                  tra le diverse tecnologie presenti sul mercato e gli incentivi pubblici a disposizione

                   incontri pubblici informativi,

              o   il   supporto      ai   Gruppi     d’Acquisto      Fotovoltaico      e   Solare     Termico      costituiti

                   dell’associazione        Monteveglio       Città   di   Transizione      mediante       la   messa      a

                   disposizione      dell’Ufficio   Ambiente      come    punto    informativo     per   la  adesione      al

                   Gruppo e mediante la convocazione di un incontro pubblico informativo

              o   un   progetto   di   mappatura   dell’efficienza   energetica   degli   edifici   privati   attraverso

                   l’uso    di   Sistemi     Informativi     Territoriali   come      strumento       di  crescita     della

                   consapevolezza          e    di   diffusione     delle    energie      alternative,     sviluppato      in

                   collaborazione con l’Università di Venezia

              o   incontri pubblici informativi



     •    Promuovere presso la cittadinanza:

              o   la consapevolezza dei limiti di un’idea di sviluppo basata su risorse illimitate

              o   la    consapevolezza         della    necessità     di   riconvertire    un’economia        basata     sui

                   combustibili fossili e ad alto consumo di risorse non rinnovabili

              o   l’adozione di stili di vita sobri e sostenibili



     •    Incentivare politiche di riforestazione sul territorio come strumento di compensazione delle

         emissioni di CO2


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Deliberazione n. 92 del   26/11/2009



Letto, approvato e sottoscritto.



            IL PRESIDENTE                                   IL VICESEGRETARIO COMUNALE

       F.to RUSCIGNO DANIELE                                        F.to TRENTI MONICA



________________________________________________________________________________



                              CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE



Copia della presente viene pubblicata oggi all’Albo Pretorio del Comune per rimanervi 15 giorni

consecutivi.

Lì,



                                                      p. IL RESPONSABILE DEL 1^ SETTORE

                                                              F.to Dr. Paolo Dallolio



________________________________________________________________________________

Per copia conforme all’originale



Lì __________________________

                                                  IL RESPONSABILE SERVIZIO SEGRETERIA



                                                         _____________________________



                               ATTESTAZIONE DI ESECUTIVITA’



La presente deliberazione



    È   divenuta   esecutiva   il _______________   essendo   trascorsi   10  giorni   dalla   pubblicazione

    all’Albo Pretorio, ai sensi dell’art.134, comma 3, T.U.E.L.   approvato con D.Lgs. n. 267/00



    E’ immediatamente eseguibile, ai sensi ai sensi dell’art.134, comma 4, T.U.E.L.       approvato con

    D.Lgs. n.267/00.



                                                 p. IL RESPONSABILE DEL 1^ SETTORE

                                                            F.to Dr. Paolo Dallolio


domenica 11 novembre 2012

giovedì 8 novembre 2012

APPELLO AGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI DELL'OGLIO PO !!

Gentili Amministratori del territorio Oglio Po,
in questi ultimi anni le vostre scrivanie ed il vostro tempo sono pieni di incontri con Persone e Famiglie in difficoltà, precari senza un lavoro, una casa, con problemi famigliari. Presto questi problemi non riguarderanno un tasso fisiologico, ma la massa dei cittadini residenti perchè la crisi economico-finanziaria, sociale ed ambientale che ci ha colpito dal 2007 continuerà ad acuirsi e farà sempre più vittime. Con le vostre risorse sempre più esigue a causa dei tagli del governo centrale non potrete attenuare più di tanto queste situazioni di sofferenza e la pace sociale causata dall'impoverimento della popolazione sarà sempre più in pericolo.
Per questo vi chiediamo di intervenire, sostenere ed informare i vostri cittadini dell'incontro che si terrà  Sabato 17 Novembre 2012 alle 15 presso la Fondazione Santa Chiara a Casalmaggiore dal titolo "La Rivoluzione Dolce della Transizione" organizzata dall'Associazione Gasalasco Oglio Po e tenuta dal consulente di Transition Italia Massimiliano Rupalti il quale ci porterà l'esperienza di 300 Comunità nel Mondo che hanno deciso di affrontare questa crisi in un modo diverso facendo leva sulla ricostruzione dei rapporti solidali tra le persone e creando una società post carbon (indipendente dal petrolio).
Il Futuro è già qui tra noi e Grandi Cambiamenti e Sfide ci investiranno come singoli e come Comunità locali  ed è vostra responsabilità informare e preparare i cittadini ai probabili scenari per attutirne almeno in parte, attraverso una Comunità Resiliente, gli aspetti negativi e le difficoltà dopo decenni di crescita economica non più ripetibili.
Per maggiori informazioni  http://transitionitalia.wordpress.com/

Distinti Saluti.

Associazione Gasalasco Oglio Po 

martedì 6 novembre 2012

Facciamo da soli !!!!

Come dice Gesualdi con il suo libro anche Noi tentiamo di FARE DA SOLI.

Se parli con le Persone della Crisi e gli spieghi perchè è scoppiata, perchè non girano più soldi, perchè la crisi finanziaria è solo un sintomo ma non la causa, che continuando sulla strada della crescita le condizioni economiche, sociali ed ambientali continueranno a peggiorare e che i tecnici stanno solo peggiorando la situazione, che il problema è il debito privato e non quello pubblico, che le banche centrali sono il problema e non la soluzione, che l'apertura dei mercati con la globalizzazione senza regole fa chiudere le nostre aziende, che le frasi "l'euro è irreversibile" , "ce lo chiede l'Europa", "fiscal compact", "spending review" sono delle cavolate per confondere la gente ignorante  cade il silenzio e l'apatia. 

La gente è smarrita e impaurita, è talmente dipendente dal sistema che non riesce ad immaginarsi un futuro diverso. 

Mandare a casa i politici e i "finti tecnici" con altri nuovi onesti, puliti, non contaminati non basterà a tornare ai livelli di "sviluppo" precedenti.

Il Pianeta sul quale viviamo non è infinito, ci sono dei limiti fisici all'utilizzo delle risorse e più il tempo passa l'inquinamento atmosferico peggiora, produrre e consumare diventa sempre più costoso ed antieconomico. 

Anche un lento/veloce impoverimento di larga parte di fasce di popolazione che scenderanno in piazza a protestare non invertirà la rotta della nave della crescita sulla quale siamo saliti tanti anni fa credendo che fosse per sempre.

Occorre prepararsi ad un "Salto di Paradigma" insieme, con più persone vicine intorno a noi, perchè da soli non ci salviamo.


La Rivoluzione Dolce della Transizione può rappresentare quel PIANO B che è indispensabile avere come Comunità resiliente per guardare al futuro con più serenità senza aspettare la manna dal cielo.

Foto

E Francuccio Gesualdi disse: "Facciamo da soli"... 

Il nuovo libro del presidente del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano edito da altraeconomia. La crisi mondiale e le vie d'uscita a partire dalla fondazione di un'economia "pubblica", locale e sostenibile che rinunci alla crescita a tutti i costi. Gesualdi: "Dobbiamo liberarci dalla schiavitù dell'inutile e dalla schiavitù del possesso"

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L’ultima riflessione di Francesco Gesualdi, "Facciamo da soli" (altraeconomia), "riavvolge il nastro", come è stato scritto, rileggendo i passaggi salienti dell'emersione della crisi attuale. Poi, la proposta concreta: la fondazione di un’economia “pubblica”, per tutti e non per pochi, locale e sostenibile che rinunci alla crescita a tutti i costi e riconverta finalmente produzione e consumi.
La domanda è: quali i passaggi? Come sostituire il denaro, la sua funzione? E' sufficiente una nuova coesione sociale o la mutazione deve essere ancora più profonda?
Ne abbiamo parlato con il presidente del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano e autore del saggio.
Cosa si intende per economia "del paradiso", ovvero quella che tu citi nel tuo ultimo lavoro? Quali sono le premesse necessarie perché sia possibile oggi una sua fondazione?
Uso il termine "economia del paradiso" non per riferirmi a un mondo idilliaco dove tutti si vogliono bene, ma più banalmente a un mondo più intelligente dove tutti hanno capito che si vive meglio perseguendo il bene di tutti piuttosto che il tornaconto personale. Per la semplice ragione che sfruttamento, disagio, esclusione generano terrorismo, violenza, microcriminalità che rendono la nostra vita un inferno. Più ricchi, ma più impauriti, sempre più asserragliati nelle nostre prigioni d'oro, è la condizione che stiamo vivendo per scoprire che la ricchezza costruita sull'iniquità non porta alla felicità, ma al terrore.
Il paradiso a cui penso è l'economia del benvivere come ci propongono le popolazioni indios là sulle Ande. Un'economia che non si concentra sul PIL, ma sulle persone, sulla loro salute fisica, psichica, sociale. Produrre quanto basta per consentire a tutti di vivere dignitosamente nel rispetto dell'equità, dell'ambiente e delle generazioni che verranno: questo è il progetto che dobbiamo inseguire. Un progetto possibile e non più rinviabile perché i morsi della crisi sociale e ambientale stanno penetrando sempre più in profondità.
Per realizzarlo non è necessaria la totale demolizione dell'esistente ma una sua profonda ristrutturazione sul piano tecnologico, lavorativo, produttivo, organizzativo. Schematicamente bisognerà riconvertire la produzione al sostenibile e al locale, riconvertire e limitare i consumi, ridurre i rifiuti, ridurre il lavoro salariato, dare più spazio al lavoro non pagato personale e comunitario, rifondare l'economia pubblica in un'ottica di economia di comunità. Fra le misure più urgenti un'altra uscita dal debito pubblico, non al servizio dei signori della finanza, ma dei cittadini, dei nostri diritti, della nostra sicurezza sociale, dei nostri beni comuni. Perchè il debito è diventato l'ultima arma per demolire ogni tutela sociale e scipparci ogni residuo di bene collettivo.
A tuo avviso - in sintesi - qual è stata la genesi della crisi che stiamo vivendo? E Quali sono le vie d'uscita? Il locale, il pubblico, il sostenibile hanno ancora forza per reagire all'aggressione del sistema economico che regola attualmente i nostri governi?
E' dimostrato che, benché si sia manifestata sottoforma di crisi finanziaria, la miccia che ha innescatto la bomba è un sottoprodotto della globalizzazione. Il suo nome è "ingiusta distribuzione" della ricchezza, la stessa che ha provocato l'esplosione della finanza e del debito come tentativi estremi per tenere in piedi un sistema ormai non più capace di chiudere il cerchio fra produzione e consumi. Un debito gestito da banche fameliche che nella braomosia dell'avidità si sono cacciate in una trappola infernale che le ha portate al collasso. Nel 2008 i fallimenti bancari si contavano a decine sulle due sponde dell'Atlantico e se sono stati evitati è stato solo grazie all'intervento dei governi, che hanno salvato le banche ma hanno inguaiato i loro popoli con debiti pubblici stratosferici. E oggi che la situazione è invertita le banche non conoscono pietà: assieme agli altri compari della finanza si avventano sui governi con ogni forma di speculazione per mangiarsi le loro budella. Il peggio è che la politica tradizionale, sia quella di destra che di sinistra è dalla loro parte, per questo la situazione è disperata. L'unica speranza è la gente, che recuperi consapevolezza e trovi la forza per resistere, per non fare la fine dei paesi del Sud del mondo, ridotti sul lastrico per ingrassare banche, assicurazioni e fondi d'investimento. Per fortuna la storia riserva sempre delle sorprese e anche quando tutto sembra perduto arriva quell'elemento di novità che rovescia le sorti. Può essere la Grecia? L'ira degli indignati? L'esasperazione dei disoccupati? Non si sa. Ma qualcosa potrebbe succedere e quel giorno è bene farsi trovare pronti con idee e proposte. Per questo abbiamo un bisogno tremendo di irriducibili del pensiero e dell'utopia.
Quando si parla di aziende, l'elemento che in modo automatico viene evocato per comporre una sorta di immediato binomio è "profitto", oppure "bilancio". Ma a quale profitto e a quale bilancio si deve guardare per realizzare quella forma di economia solidale di cui parla il tuo ultimo libro?
Il nuovo binomio deve essere sostenibilità e bene comune. Un binomio inscindibile, tremendamente compenetrato come fosse un unico corpo.
Oggi l'obiettivo delle aziende è spendere meno soldi possibile. Domani dovranno chiedersi come fare per ottenere prodotti col minor impiego di risorse e la minor produzione di rifiuti possibile. I loro bilanci non dovranno essere solo economici, ma soprattutto idrici, energetici, ambientali. Più che di ragionieri dovranno dotarsi di esperti che sappiano calcolare i consumi di risorse, le emissioni di veleni, non solo durante la fase produttiva di loro diretta pertinenza, ma durante l'intero arco di vita del prodotto, da quando era ancora sotto forma di minerali nelle viscere della terra, fino a quando diventa rifiuto. L'ufficio per l'eco-efficienza dovrà essere il comparto più sviluppato di ogni singola azienda, sapendo che le strategie della sostenibilità produttiva passano per quattro vie: risparmio, rinnovabilità, recupero, locale.
E per quanto concerne invece i consumi? Quali sono le mutazioni che devono intervenire? E che margini di praticabilità hanno nel nostro presente?
Due i passaggi fondamentali: liberarci dalla schiavitù dell'inutile e dalla schiavitù del possesso. La prima schiavitù è fin troppo evidente. Mangiamo troppo e buttiamo via troppi avanzi. Sprechiamo l'acqua e usiamo l'automobile anche quando potremmo andare a piedi o in bicicletta. Cambiamo telefonino ad ogni novità tecnologica. E' urgente ritrovare il senso della misura e lo potremo fare se recuperiamo sovranità, ossia capacità di decidere noi cosa comprare. Per questo dobbiamo limitare la pubblicità con regole che proteggano i nostri bambini e la nostra tranquillità. Ma soprattutto con tasse che ne scoraggino l'uso. Venendo alla seconda schiavitù, quella verso il possesso, è importante liberarsene per evitare lo spreco di materiali in beni sottoutilizzati. Ad esempio le automobili andrebbero piuttosto chiamate "auto immobili" perché gran parte del tempo se ne stanno ferme per strada intasando la circolazione e trasformando tutti gli spazi pubblici in un grande parcheggio. Per evitare questi assurdi dobbiamo potenziare i servizi pubblici, inventarci forme condivise di possesso di beni a livello di condominio, forzare le imprese a offrirci servizi più che prodotti. In fondo non abbiamo bisogno di possedere la lavatrice, l'automobile, o i libri, ma di soddisfare il bisogno di pulizia, di mobilità, di lettura. Co-housing, car- sharing, car-pooling, sono esempi concreti che cambiare è possibile e conveniente.

sabato 3 novembre 2012

Il Contagio !!!!

Sebbene con il film Contagion ci inculcano l'idea che bisogna stare da soli, di non fidarci di nessuno e di accettare il coprifuoco come una situazione normale, in realtà in questo momento di grandi cambiamenti c'è bisogno di un grande Contagio Positivo dove chi è più avanti nella consapevolezza che questo sistema stà collassando davanti ai nostri occhi parli con il proprio Vicino di Casa.
Per cambiare il Mondo si deve partire da chi vive intorno a Noi, perchè solo una  Comunità Locale Resiliente potrà affrontare in modo positivo Il Picco del Petrolio ed il Cambiamento Climatico.
Se pensate che siano solo farneticazioni di qualche visionario fatevi un giro sul web e guardate come i ghiacciai stanno scomparendo molto più velocemente di ogni più nera previsione, guardate New York allagata in questi giorni e le file per il carburante degli Americani, poi pensate alle nostre estati sempre più calde, alla siccità che ne consegue e ai prezzi del grano. Portate un Vostro Vicino di Casa all'Incontro del 17 Novembre sulla "Rivoluzione Dolce della Transizione"  !!!!!!! 

giovedì 1 novembre 2012

Serve una Rivoluzione !!




In attesa che le pozioni magiche dei tecnici composte da austerity e tasse abbiano sortito gli effetti sperati di far collassare l'economia reale e di mandarci definitivamente in Depressione Economica purchè si raccimolino i soldi per pagare gli interessi sul debito agli stranieri, Noi nel nostro piccolo, oltre ad incazzarci, stiamo pensando ad un Futuro Diverso. Ad un certo punto qualcuno manderà giù con le buone o le cattive questi scellerati, ma ciò non risolverà i problemi di fondo.
Questa crisi non è solo finanziaria, è il nostro sistema di vita che va ripensato. L'esaurimento delle risorse naturali causato dalla crescita economica con l'inquinamento dell'ambiente, l'innalzamento delle temperature con tutto ciò che ne consegue non si risolvono in due minuti.
Spiegare alle Persone che dovranno rinunciare a molte "comodità" perchè non potranno più permettersele economicamente e soprattutto perchè  l'Ambiente in cui viviamo non è più in grado di assorbirne gli effetti negativi non è semplice. 
Ancora meno semplice è far capire alle Persone che non cè nessuna Cavalleria che è li pronta a salvarci e risolverà tutti i problemi al posto nostro. 
Quindi cari concittadini dell'Oglio Po uscite per un attimo dal Matrix della routine quotidiana, spegnete la Tv, non andate a fare shopping per una volta, che tanto abbiamo le case e gli armadi pieni di cianfrusaglie e partecipate all'incontro che si terrà:

 SABATO 17 NOVEMBRE 2012
 dalle ore 15 dal titolo 
"La Rivoluzione Dolce della Transizione
presso la Fondazione Santa Chiara
 in Via Formis n.3 a Casalmaggiore CR
(entrata 5 euro).


Interverrà Massimiliano Rupalti,
 Consulente di Transition Italia
 e membro Aspo Italia

Il programma prevede una prima fase dalle 15 alle 17 con pausa ed una seconda fase dalle 17 alle 19 con spuntino/cena finale portata dai partecipanti. Ci saranno attività di gruppo ed esercitazioni pratiche per rendere più leggero e coinvolgente l'incontro con la possibilità di entrare anche successivamente alle 15 e di uscire anticipatamente con la massima liberta e compatibilmente con i propri impegni.

Prenotatevi via mail: gasalasco@yahoo.it



Rob Hopkins è  co-fondatore del Movimento delle Transition Towns. L’idea della Transizione nasce in Irlanda, a Kinsale, dove Rob Hopkins, professore inglese, sviluppa assieme ai suoi studenti un piano che affronti i temi fondamentali per il futuro del pianeta e dell’umanità: “Come possiamo aumentare la nostra resilienza (per mitigare le conseguenze del Picco del Petrolio) e ridurre drasticamente le nostre emissioni di CO2 (per mitigare gli effetti del riscaldamento globale) in tutti gli aspetti della vita e delle attività di questa comunità?” Dopo quell’esperimento didattico durato due anni, Hopkins torna in Inghilterra e prova a mettere in pratica le sue idee a Totnes, nel Devon, trovandosi così nel 2005 a originare l’idea delle Transition Towns. Il movimento assume ben presto una dimensione internazionale, una rete articolata della Transizione che ha suscitato entusiasmo e adesioni dalle piccole comunità fino alle città, un esperimento sociale su grande scala. “Se agiamo subito, in modo collettivo – sostiene il movimento – è molto probabile riuscire a creare un nuovo e piacevole modo di vivere con maggiori relazioni tra le persone e maggiore integrazione con
l’ambiente rispetto all’attuale frenetico sistema dipendente dal petrolio.”
Alcune indicazioni di lavoro: non aspettare i governi, andare oltre l’intervento individuale e agire come comunità, attraverso il coinvolgimento delle persone. Un movimento che parte dal basso, dai bisogni e dalla creatività delle persone in una prospettiva di
riorganizzazione sostenibile e resiliente. Consumare meno energia evitando gli sprechi; coltivare nel rispetto della terra e delle persone; produrre nel rispetto dell’utilità sociale; ricercare benessere e felicità.
A buon titolo si può definire un movimento rivoluzionario, nella semplicità e nell’umiltà di un’analisi che trova ampi consensi e proposte sulle quali sono aperte libere discussioni finalizzate ad assumere impegni concreti.
 Le grandi trasformazioni in atto e i possibili scenari futuri sono ampiamente documentati, si tratta di fare una scelta di buon senso:
anziché attendere il peggio e farsi trovare impreparati, lavorare sin d’ora per costruire un’alternativa che consenta il passaggio verso un mondo sostenibile: nell’economia, nell’ambiente, nei rapporti umani avvalendosi di una visione positiva e costruttiva.
Per sperare nel successo, le iniziative di Transizione puntano a coalizzare le diversità presenti nella società come mai prima d’ora.
Le iniziative si impegnano a far si che i loro processi decisionali e i loro gruppi di lavoro siano fondati su principi di apertura e
coinvolgimento. Ogni iniziativa tende a raggiungere la comunità intera e sforzarsi, fin dall’inizio, per coinvolgere il sistema economico locale, i diversi gruppi presenti all’interno della propria comunità e le autorità: l’approccio è sistemico, la Transizione riguarda ogni cosa.  La Resilienza, parola-chiave del movimento, è la capacità della comunità di rispondere al meglio ai repentini cambiamenti, la capacità di riorganizzarsi sempre in positivo, mai ‘contro’ ma ‘per’. Le iniziative di Transizione si impegnano a creare resilienza in diverse aree (alimentazione, economia, energia, ecc) e su diverse scale (dal locale al nazionale) a seconda del caso. Si impegnano inoltre a inserire i loro sforzi all’interno di un processo generale teso ad aumentare la resilienza ambientale a livello globale.
 Il Piano di Decrescita Energetica, comporta stili di vita individuali e collettivi a bassa emissione di CO2 per superare gradualmente l’attuale dipendenza dal petrolio.  Il movimento della Transizione non ha leader. ma facilitatori, e anche questa è una novità, si regge in parte sul lavoro volontario, ma tende a creare e sperimentare nuove forme di impresa perché non vuole affiancarsi a ciò che esiste, ma immagina di riprogettarlo e trasformarlo in altro.
Hopkins ha diffuso il suo pensiero e l’esito delle numerose esperienzeche si stanno diffondendo a macchia d’olio, anche in Italia, pubblicando diversi volumi, tra cui, tradotti in italiano: Manuale pratico della transizione. Dalla dipendenza dal petrolio alla forza delle comunità locali; Cibo locale. Come produrre nella tua comunità alimenti sani e sostenibili. Manuale pratico della transizione

La Rivoluzione Dolce della Transizione

 presso Santa Chiara Casalmaggiore